L’ADOLESCENZA TRA IL MULTIVERSO E L’ANOMIA, SECONDO LE NEUROSCIENZE SOCIALI

Author: Domenico Piccininno, Direttore scientifico del Dipartimento di “Criminologia forense e rimedi di giustizia riparativa” dell’Academy Forensic Science; Criminologo forense specializzato in Neuroscienze applicate al crimine e alla devianza, vittimologia (ANCRIM) e analisi scientifica del LNV; socio del Centro Europeo Studi Penitenziari (CESP) e del Foro internazionale dei mediatori professionisti (FIMEP) per la progettazione di progetti di ricerca in ambito della criminologia forense e della Neurocriminologia emotiva

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Il presente lavoro trae spunto dall’analisi della letteratura neuroscientifica in relazione agli effetti dell’uso degli strumenti di controllo di tipo informali, ovvero i social media, mass media e video games. Il distacco dalla realtà offline, da parte delle generazioni presenti e future, è figlio del fallimento sia dei mezzi di controllo formali (ad es. le leggi imprecise, intrise di vaghezza e incoerenti) che informali (es. la famiglia, la scuola ecc.) e rappresenta il perno sul quale ruota l’intero sistema sociale attuale, che la situazione epidemiologica ha solo aggravato. Nell’era del multiverso e della iper-connessione gli adolescenti hanno perso la bussola del buon senso e si trovano a navigare nel mare magnum dell’incertezza, dell’individualismo, dell’assenza di valori chiari in cui credere e identificarsi. Si sta assistendo così sempre più, da parte delle nuove generazioni, alla surrogazione delle figure fondamentali per la loro crescita psicoemotiva con i modelli e personaggi negative appresi e trasmessi dal social media e video games. È necessario quindi (ri)partire da questi potentissimi mezzi di informazione di massa, attraverso l’opera di educazione alle funzione empatiche, da parte di tutti gli attori sociali coinvolti nell’educazione e rieducazione dei consociati. Il riavvio del sistema può avvenire quindi con la condivisione di una formazione ad imbuto sana, che ponga l’accento sulla qualità dei contenuti trasmessi nella realtà online

INTRODUZIONE

Possiamo negare che generalmente l’uomo sia in una continua ricerca di certezze e di stabilità? L’assenza di questi due presupposti può portare l’individuo verso una destabilizzazione psicoemotiva che può svelarsi attraverso vari modi di manifestazione dell’opinione e del comportamento (deviante e/o criminale).
Questo accade perché ogni individuo, fin dalla fase prenatale, ha bisogno di iniezioni di affetto che lo facciano sentire al sicuro in un nido di calore, soprattutto dalla fase anzidetta a quella adolescenziale.[1] In caso contrario, ovverosia nel caso in cui non ci sia stato uno sviluppo o un eccesso di risorse affettive, cognitive e neurobiologiche, la persona potrebbe sviluppare disturbi futuri [2], condotte devianti e/o criminali, così come le evidenze neuroscientifiche sociali ci stanno dimostrando ormai da molto tempo.[3]

Vivere quindi in un ambiente sociale tendenzialmente equilibrato, sotto il profilo del sostegno psicoemotivo, della diffusione di ideali e di valori sani, può produrre effetti positivi strabilianti in relazione alle capacità sociali, affettive e cognitive di ciascuno di noi. Ecco perché è importante la qualità della prima interazione tra il bambino e il proprio tutore, dal genitore più vicino a colui che se ne occuperà per il resto della vita, in caso di assenza dei genitori.[4]

L’attaccamento familiare sano degli adolescenti perimetra la linea di base per lo sviluppo neurobiologico.

Ebbene, l’assenza di tutti questi presupposti, insieme ad altre dinamiche ambientali strettamente connesse ad essi, creano un vuoto emotivo nel soggetto che, alle volte, può diventare un abisso, tenuto conto soprattutto della società iper(s)collegata dalla realtà o, come qualcuno afferma, retta dalla “Rivoluzione Industriale 4.0” [6], in cui le generazioni zero e alfa [7] e “i sopravvissuti immigrati digitali”[8] condividono emozioni, pensieri e condotte che permeano l’IA.

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