Descrizione
Sinossi
Il mistero intorno a Licio Gelli (1919-2015) è ancora molto fitto, tant’è che si presta a diverse interpretazioni. Era uno smemorato, o uno spudorato mentitore, oppure un abile manipolatore quando rilasciava queste dichiarazioni nel 2003: «Ho una vecchiaia serena. Tutte le mattine parlo con le voci della mia coscienza, ed è un dialogo che mi quieta»?
In questo saggio Lidia Fogarolo ripropone una lettura del personaggio (e di coloro che l’hanno sostenuto) seguendo un particolare modo di fare storia: la ricerca grafologica, l’unica che può oggi mettere in luce i tratti di personalità da cui sono originati gli intrallazzi affaristici descritti nelle numerose biografie a lui dedicate e le recenti conclusioni dei giudici della Corte di Assise di Bologna (2023) che hanno ritenuto Licio Gelli uno dei mandanti della strage di Bologna.
Seguendo questa pista interpretativa è possibile individuare una chiave di lettura unitaria, legata alla ricerca del suo ubi consistam che l’ha sostenuto nelle diverse fasi della sua vita: l’interesse per il denaro, ottenuto in enormi quantità senza che la sua personalità abbia mai manifestato adeguate capacità di produrlo.
LIDIA FOGAROLO
Laureata in psicologia e specializzata in grafologia, grande esperta di grafologia morettiana, allieva di Giovanni Luisetto, lavora come analista e perita grafologa, è consulente tecnico di tribunale nei procedimenti di verificazione di scritture e docente di Grafologia applicata presso Forensic Science Academy, Master di Criminologia e Scienze Forensi.
Oltre a numerosi saggi in ambito psico-grafologico – tra i quali Tratti di personalità nella scrittura (EMP 2012), Grafologia e Sessualità (Graphe.it 2015), L’intelligenza razionale e l’intelligenza emotiva (EMP 2016), Grafologia e Psichiatria (EMP 2018), Le attitudini che creano ricchezza e povertà (EMP 2022, con C. Dainese) – ha pubblicato due ricerche specifiche nel settore criminologico: Storie di serial killer (Graphe.it 2017) e Storie di donne che hanno ucciso (EMP 2020).
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